La Responsabilità Medica - detta anche "responsabilità professionale medica" - si ha quando un medico o una struttura sanitaria procura senza volerlo un danno al paziente o addirittura la sua morte.
Malasanità è il termine più utilizzato in questi casi ed indica proprio la scorretta esecuzione della prestazione medica, cioè il non aver svolto come si deve attività in questo settore al punto da danneggiare qualcuno.
La colpa medica viene distinta in base alla gravità della situazione. Si parla, infatti, di:
L'errore medico viene punito dal nostro ordinamento, proprio perché questo tipo di attività professionale è rivolta alle persone e può danneggiare i loro diritti e/o la loro vita.
Il Risarcimento danni può essere chiesto dal paziente danneggiato, ma è necessario anche dimostrare sempre l'esistenza del danno e, in alcuni casi, l'effettiva colpa del medico o della struttura sanitaria.
La Responsabilità medica civile, infatti, non viene chiamata in causa per ogni situazione in cui qualcosa non è andata per il verso giusto.
La professione del medico è considerata "professione intellettuale" e dipende da un "contratto d'opera intellettuale", attraverso il quale il medico assume una "obbligazione di mezzi": è obbligato dalla legge a mettere a disposizione tutte le sue conoscenze e competenze sanitarie, mentre non è tenuto a garantire il risultato.
Quando, allora, si può parlare davvero di responsabilità del medico?
La responsabilità subentra nel momento in cui c'è da parte del professionista sanitario negligenza, imprudenza e/o imperizia nell'eseguire l'attività, cioè quando ha assunto davvero un comportamento sbagliato e dannoso.
Nel mondo giuridico alcuni fanno una distinzione tra "responsabilità medica contrattuale" e "responsabilità medica extracontrattuale".
La Responsabilità Medica Contrattuale si ha proprio quando il professionista non ha rispettato gli obblighi nati dal suo contratto d'opera intellettuale. In questi casi il paziente non ha bisogno di dimostrare la colpa del medico. Se ad esempio si è trattato di un intervento di routine (come una trasfusione di sangue) la colpa è già presunta (avrebbe dovuto risolvere il problema del paziente facilmente).
La Responsabilità Medica Extracontrattuale, invece, riguarda quei casi in cui il danno si verifica anche quando il medico ha rispettato i suoi obblighi, ma il paziente lo ritiene comunque responsabile. In queste situazioni il paziente è obbligato a fornire una prova del "nesso di causalità", cioè dell'esistenza di un collegamento tra ciò che ha subito e l'atto o il fatto che l'ha provocato, quindi il comportamento per lui colpevole del medico.
Responsabilità medica: prescrizione. La prescrizione - cioè il momento in cui "scade" ed il medico accusato viene quindi considerato libero dalla stessa - avviene dopo 10 anni dall'evento che ha creato il danno. Questo significa che il danneggiato, per ottenere il risarcimento, deve agire prima della scadenza. In caso di "danno occulto" (una conseguenza dell'errore del medico che però inizialmente non è evidente), questi 10 anni vengono conteggiati dal momento in cui il danno diventa palese.
L'Avvocato che si occupa di Responsabilità Medica segue il cliente nel caso in cui si verifichi un episodio di malasanità oppure si sospetti che una conseguenza negativa per la sua salute sia stata provocata da un comportamento scorretto del medico o della struttura ospedaliera. Lo assiste, quindi, nella fase in cui è necessario capire se effettivamente c'è una colpa del professionista, lo aiuta nella compilazione della richiesta di risarcimento danni e lo rappresenta nel caso in cui la questione finisca in tribunale per essere analizzata da un giudice.