La confusione si verifica quando una persona si ritrova ad un certo punto ad essere contemporaneamente debitore e creditore di se stessa. In questa situazione, mentre da un lato – nei panni del debitore – dovrebbe eseguire la prestazione obbligatoria (quindi "dare", "fare" o "non fare" qualcosa in favore del suo creditore), dall'altro lato – nei panni del creditore – si ritrova ad essere proprio la persona che può pretendere quella prestazione. Per questo motivo l'obbligazione a questo punto si estingue, cioè viene considerata scomparsa.
La confusione può nascere come conseguenza di determinate situazioni, alcune volute dalle persone chiamate in causa, altre invece del tutto accidentali. Si parla soprattutto di "atto tra vivi" e "mortis causa".
Atto tra vivi: si tratta di casi in cui si crea confusione per via di una particolare situazione giuridica voluta proprio dalla persona che diventa debitore e creditore di se stessa.
Ad esempio, possiedo una società che si occupa di confezionare olive, mentre Luca è proprietario di un'altra società che produce vasi per la conservazione di prodotti agroalimentari. Mi ritrovo in difficoltà economiche – non riesco a pagare i miei dipendenti - per cui sono costretta a chiedere 500.000 euro in prestito alla società di Luca, da restituire entro un certo numero di anni. Prima che giunga il momento di saldare quel debito, però, io e Luca ci incontriamo e decidiamo di fondere le nostre società, dando vita ad una nuova realtà. A questo punto Luca si ritrova ad essere creditore e contemporaneamente debitore di se stesso: da un lato, infatti, la sua società mi aveva prestato quei soldi, per cui lui può pretendere che quel debito venga saldato; dall'altro lato, invece, poiché le due società si sono fuse, ha in un certo senso assunto anche i debiti della mia, per cui dovrebbe essere obbligato a restituire quella somma di 500.000 euro.
Mortis causa: si tratta dei casi in cui la confusione nasce per motivi che non dipendono dalla volontà della persona, ma da situazioni non previste. In modo particolare si parla di "causa di morte", ovvero di una situazione in cui una successione ereditaria può rendere un creditore anche debitore di se stesso o viceversa.
Ad esempio, Fabio presta a suo nonno 10.000 euro per l'acquisto di un trattore, da restituire entro 2 anni. Dopo pochi mesi, però, suo nonno viene a mancare. Poiché Fabio è suo erede, si ritrova in questa particolare situazione di ambiguità: da un lato, infatti, essendo creditore, ha tutti i diritti di pretendere il pagamento di quella somma prestata; dall'altro lato, però, ha ricevuto in eredità dal nonno non solo i suoi beni, ma anche quel debito di 10.000 euro, per cui dovrebbe essere obbligato a saldarlo.
Si può avere confusione, infine, anche quando è una terza persona a prendere il posto sia del debitore che del creditore.
Se ad esempio cedo la mia società a Michele, lui assume il debito di 500.000 euro che ho con Luca; se poi anche Luca gli cede la sua società prima che il debito venga saldato, Michele si ritroverà nella posizione di poter pretendere la restituzione di quella somma. Di conseguenza, Michele sarà debitore e creditore di se stesso.