L'adempimento è il modo classico attraverso il quale una persona può liberarsi di un'obbligazione, cioè di quel vincolo di legge che impone ad ogni debitore di dare, fare o non fare qualcosa in favore del suo creditore (eseguire una prestazione).
Si ha un adempimento quando la prestazione obbligatoria viene eseguita in maniera esatta. E' necessario, infatti, che siano coinvolte proprio quelle persone (quel debitore e quel creditore) e che tutto avvenga seguendo modi, tempi e luoghi stabiliti.
Per esempio, chiedo a Luca in prestito 25.000 euro, diventando così suo debitore. In base agli accordi presi tra noi, la mia obbligazione dice che io (debitore), per soddisfare Luca (creditore), devo svolgere una prestazione precisa: restituirgli la stessa cifra (modo) tra 2 anni (tempo), consegnandogliela a casa sua (luogo).
Se seguo alla lettera questi punti il mio debito verrà considerato saldato.
Il Debitore. Un debitore è obbligato dalla legge ad eseguire la sua prestazione, che viene considerata valida anche nel caso in cui lui sia una persona incapace di intendere e di volere.
Può prendere il posto del debitore anche una terza persona: se ho un debito di 25.000 euro con Luca, può saldarlo per me mio fratello. In questo caso il creditore non può rifiutarsi di ricevere la prestazione: non è importante, infatti, chi concretamente paga; ciò che conta è che Luca sia stato pagato.
Il Debitore che paga la persona sbagliata. Il debitore, in genere, non è considerato libero dal debito se paga una persona diversa dal creditore o da un suo rappresentante o persona autorizzata, a meno che il creditore non ratifichi quel pagamento.
Se il debitore paga la persona sbagliata può essere considerato libero dall'obbligazione solo in alcuni casi.
Si tratta di situazioni in cui il debitore commette l'errore in buona fede per colpa di circostanze univoche, ritrovandosi a pagare un "creditore apparente" (qualcuno che "sembra" il suo creditore) e non chi ha diritto di ricevere quella somma. Ad esempio, se in una boutique compro un cappotto, sono obbligata a pagarlo al negoziante oppure alla commessa autorizzata. Se però consegno il denaro nelle mani di un estraneo che si trova dietro la cassa, la mia prestazione può essere considerata comunque eseguita: vedendo quella persona lì dietro (circostanza univoca) ho creduto fosse il negoziante o qualcuno autorizzato a ricevere il pagamento.
Il Creditore. Un creditore, deve essere sempre una persona capace di intendere e di volere. Al posto suo può ricevere la prestazione solo un suo rappresentante oppure una persona da lui autorizzata: ad esempio non posso restituire dei soldi direttamente a Luca (mio creditore), se Luca è una persona incapace di intendere e di volere. Devo restituirli ad un suo rappresentante legale oppure ad un suo tutore, ai genitori, ecc.
Per eseguire una prestazione nel modo migliore, la legge dice che è necessario utilizzare "la diligenza del buon padre di famiglia", cioè comportarsi in maniera precisa e corretta.
Per i professionisti viene considerato anche il criterio della perizia, cioè dell'abilità tecnica necessaria per quell'attività: se mi rivolgo ad un dentista per farmi curare i denti, mi aspetto che lui si comporti da professionista e quindi esegua la prestazione in modo diligente ed accurato.
La prestazione deve essere svolta per intero: se restituisco a Luca solo 10.000 euro delle 25.000 che gli devo, la mia prestazione è "parziale" e, quindi, incompleta.
Un debitore non si libera dal suo obbligo se esegue una prestazione diversa da quella prevista, anche se di valore uguale o maggiore, a meno che il creditore non accetti ugualmente di riceverla (dazione in pagamento).
Se un debitore ha più debiti con un'unica persona, al momento del pagamento può decidere quale estinguere per primo. Può essere anche il creditore a decidere quale debito considerare estinto per primo (imputazione di pagamenti). Se nessuno dei due dichiara nulla, ci si rifà alla legge: si estinguono prima i debiti scaduti, poi quelli meno garantiti ed infine quelli più vecchi.
Per quanto riguarda il tempo, la prestazione va eseguita nei termini decisi all'inizio da creditore e debitore oppure quando il creditore lo richiede. Se non sono stati presi accordi in questo senso, sarà un giudice a stabilire quando il debitore dovrà eseguire la prestazione. A quel punto il creditore non potrà più chiedere al debitore di anticipare i tempi.
Anche sul luogo in cui svolgere la prestazione creditore e debitore possono prendere accordi. Se però non viene stabilito nulla, si segue ciò che dice la legge: