Si parla di obbligazioni naturali ad esempio quando una persona regala qualcosa ad un'altra perché vuole o si sente in debito nei suoi confronti, ma in realtà non è obbligata dalla legge a farlo: il mio amico Fabio mi aiuta ad intonacare le pareti di casa ed io, per ringraziarlo, gli regalo una bottiglia di vino; tra me e lui non c'è nessun vincolo di legge che mi obbliga a "pagarlo".
Per le obbligazioni naturali infatti non è possibile ricorrere all'azione giudiziaria: un creditore in questi casi non può chiedere ad un giudice di intervenire affinché il debitore esegua una prestazione in suo favore. E se il debitore la esegue spontaneamente, non può poi chiedere che gli venga restituito quello che ha dato.
Le obbligazioni naturali sono chiamate anche "imperfette" proprio perché la legge le tratta in modo diverso rispetto alla maggior parte delle obbligazioni, dette invece "perfette": queste ultime permettono alle persone coinvolte – creditore e debitore – di ricorrere all'azione giudiziaria. Normalmente infatti, se un creditore non ha ancora ricevuto ciò che gli spetta, può agire legalmente per costringere il debitore ad eseguire la prestazione ed eventualmente chiedere un risarcimento danni. Allo stesso modo, se una persona esegue una prestazione pur non essendo davvero obbligata a farlo (ad esempio paga 1.000 euro a Luca per errore, perché in realtà toccava ad un'altra persona pagare), può chiedere che gli vengano restituiti.
Per le naturali (imperfette), tutto questo non è possibile.
I casi in cui si creano obbligazioni naturali sono individuati in modo preciso dalla legge oppure decisi di volta in volta da un giudice.
La legge parla di obbligazioni naturali anche quando un debito è già scaduto e prescritto (cioè considerato estinto) oppure quando ad esempio è stato pagato spontaneamente un debito di gioco o una scommessa.
Per esempio: ho un debito di gioco con Luca di 500 euro, ma dopo un anno non l'ho ancora saldato. Poiché il debito di gioco è visto dalla legge come un'obbligazione naturale, Luca non può rivolgersi ad un giudice per costringermi a pagare. Se io invece pago quel debito ma poi cambio idea, non posso chiedere al giudice che mi vengano restituite quelle 500 euro.
Obbligazioni naturali: esempi. Gli altri casi di obbligazione naturale riguardano situazioni in cui un debitore esegue una prestazione di sua spontanea volontà per via di un "dovere morale o sociale": compie, cioè, un'azione in favore di un'altra persona non perché costretto dalla legge a farlo – quindi non per via di un obbligo giuridico – ma perché in un certo senso sente di doverlo fare.
Per capire meglio di cosa si tratta, facciamo un esempio. Assistere il proprio convivente può essere considerato un dovere morale: vivo con un'altra persona, posso sentirmi in dovere di prendermi cura di lei e della nostra vita insieme, anche materialmente.
Il mio convivente però non ha alcun diritto di rivolgersi ad un giudice per obbligarmi ad eseguire prestazioni, ad esempio contribuire economicamente alla ristrutturazione della casa in cui viviamo, intestata a lui.
A mia volta, tutto ciò che posso dare, fare o non fare per lui è frutto della mia volontà, del mio sentirmi in dovere "morale e sociale" nei suoi confronti e non di un vero e proprio obbligo di legge. Quindi, se un giorno dovessi pentirmi di queste prestazioni, non potrei chiedere ad un giudice di riavere ciò che ho dato o fatto spontaneamente.