La permuta è un contratto attraverso il quale le persone scambiano tra loro la proprietà di cose o di altri diritti senza che subentri in tutta l'operazione il pagamento di una somma di denaro. Alla base della permuta, infatti, non c'è nient'altro che l'antico "baratto", tipico delle società in cui non era ancora utilizzata la moneta. Possono essere scambiate le proprietà di beni immobili come case e terreni oppure beni mobili come auto, orologi, gioielli...
Il contratto di permuta è "consensuale": viene, infatti, considerato concluso nel momento in cui si verifica uno scambio di consensi, cioè quando le persone coinvolte dichiarano di voler concludere questo tipo di accordo, anche se i beni non sono stati ancora materialmente consegnati.
È, di conseguenza, anche un contratto "ad effetti reali": la conseguenza di questo accordo appunto è il trasferimento di un bene oppure di un diritto da una persona ad un'altra.
I vantaggi della permuta sono soprattutto di natura fiscale.
Nella permuta di immobili, per esempio, vengono scambiate le proprietà di beni immobili; le tasse per il trasferimento, però, si pagano solo per l'immobile di maggior valore, mentre le spese notarili vengono pagate per la stipula di un unico contratto. Per il Codice Civile, infatti, il contratto di reciproco trasferimento è in questi casi uno solo, anche se riguarda due immobili, per cui vengono applicate le imposte di un'unica compravendita. Quindi le varie spese per la permuta sono di solito divise in modo uguale tra le persone, anche se possono comunque esser presi accordi diversi su questo argomento.
Il contratto di permuta segue le norme che riguardano la vendita, lì dove sono compatibili.
La differenza principale tra i due tipi di contratto, infatti, è che nella permuta lo scambio dei beni non avviene dietro un compenso, non si usa il denaro come metodo per valutare il valore del bene "comprato", bensì ciascun bene è misura del valore dell'altro.
Tuttavia, poiché si tratta comunque di un trasferimento di beni o diritti, il Codice Civile impone di rispettare le regole generali che riguardano un normale contratto di compravendita. In modo particolare, anche per la permuta è necessaria la "garanzia per evinzione".
L'evinzione è il diritto che una persona proprietaria di un bene può far valere contro chi l'ha acquistato da un altro venditore.
Esempio. Per capire meglio, facciamo un esempio: Luca mi ha venduto un pc portatile, ma il vero proprietario di quell'oggetto era in realtà Marco, il quale, grazie al diritto di evinzione, può citarmi in giudizio per farselo restituire. Proprio per evitare questo, in un contratto di compravendita chi decide di vendere un bene deve garantire di esserne sul serio proprietario o di impegnarsi a diventarlo quanto prima, in modo tale che il compratore possa evitare di subire una eventuale evinzione.
Questo tipo di garanzia, allora, deve essere data anche in caso di permuta.
Se il permutante (colui che ha stipulato il contratto di permuta) subisce l'evinzione, ma non vuole riavere indietro quella cosa che gli è stata portata via, ha – come per la compravendita – il diritto di essere rimborsato ed ha anche diritto al risarcimento del danno.
Per legge è permessa anche la permuta di una cosa futura: due persone, infatti, possono decidere di scambiare qualcosa che già esiste (ad esempio un pezzo di terreno) con qualcosa che invece non è stato ancora creato, ma verrà costruito in futuro (ad esempio una parte o una quota di una struttura che verrà costruita tra un paio d'anni).