La mediazione è una particolare operazione che si ha quando una persona – detta appunto mediatore – cerca di mettere in contatto tra loro altre persone per far sì che concludano uno o più affari. Il mediatore si comporta, quindi, da intermediario, il cui compito principale è quello di mettere in relazione questi soggetti - definiti intermediati - in modo tale che possano prendere accordi e perfezionare (quindi stipulare) un contratto.
In realtà il dibattito su come considerare la mediazione dal punto di vista giuridico è ancora aperto. Il Codice, infatti, pur parlando di questa operazione in un capitolo in cui si discute dei singoli contratti, non la definisce in modo esplicito, ma si limita solo a descrivere la figura del mediatore.
Generalmente si preferisce distinguere tra due tipi di mediazione:
Il mediatore viene definito dalla legge come un soggetto che mette in contatto due o più parti per la conclusione di un affare, senza però essere legato a nessuna di loro da rapporti di dipendenza, collaborazione o rappresentanza.
Non è obbligato a svolgere questo suo incarico/ruolo, mentre ha il diritto di essere pagato con provvigioni solo se poi quell'affare viene concluso grazie al suo intervento.
Per essere mediatori, però, è necessario avere determinati requisiti, nonché rispettare una serie di obblighi.
Prima di tutto, un mediatore deve essere obbligatoriamente iscritto in un apposito registro presso la Camera di Commercio del territorio in cui opera. Se manca questa iscrizione, infatti, può subire sanzioni (come il pagamento di somme di denaro che possono superare anche le 2.000 euro) ed è costretto a restituire le provvigioni che ha ricevuto come pagamento.
Inoltre, un mediatore è obbligato alla "imparzialità", cioè deve agire in maniera del tutto indipendente rispetto a quelle persone, senza agevolare l'una a discapito dell'altra.
Può anche capitare che diventi, successivamente, rappresentante di una di loro, ma questo accade solo dopo che ha già svolto il suo compito principale, cioè quando le parti sono già state messe in contatto e si è passati alla fase in cui il contratto che hanno concluso deve essere eseguito.
Ha, poi, un "obbligo di comunicazione", cioè deve fornire ad entrambe le parti informazioni utili su quel tipo di affare (ad esempio quelle relative alla sua sicurezza), in modo tale che possano decidere serenamente se concluderlo o meno.
Infine, il mediatore è tenuto al segreto professionale, cioè non deve rivelare ad estranei informazioni sull'operazione che sta seguendo.
Il mediatore può anche restare estraneo a tutte le vicende che riguardano l'affare stipulato grazie al suo intervento. Ha però il diritto di ricevere delle provvigioni se l'affare si conclude proprio grazie al suo lavoro. Queste provvigioni devono essergli pagate da entrambe le persone coinvolte, anche se l'incarico gli è stato affidato da una sola di loro.
Se ci sono più mediatori, ciascuno di loro ha diritto ad una quota di quelle provvigioni.