L'eredità è l'insieme di tutti quei beni che una persona trasmette ai suoi successori al momento della sua morte.
Normalmente associamo questa parola a beni di tipo materiale, come per esempio somme di denaro, case di proprietà, oggetti privati del defunto, ecc. In realtà l'eredità comprende anche beni immateriali, rapporti giuridici, crediti e debiti, obblighi e diritti (tranne quelli che riguardano la personalità, come ad es. il diritto all'identità personale e al nome).
In generale può farne parte tutto ciò che ha una natura patrimoniale, ovvero può avere un determinato valore economico.
L'eredità viene trasmessa al successore della persona scomparsa solo se viene accettata formalmente entro un certo numero di anni.
La successione ereditaria è tecnicamente l'operazione attraverso la quale l'eredità del defunto passa ai suoi eredi.
In base al nostro ordinamento, una successione in realtà può non solo verificarsi con la morte di una persona, ma anche essere conseguenza di un atto tra vivi (come un contratto di compravendita o una donazione). Nel linguaggio comune, però, siamo soliti utilizzare questa parola per indicare la "successione mortis causa", ovvero quel procedimento giuridico in base al quale una o più persone subentrano ad un defunto, prendendo il suo posto in tutti i suoi rapporti giuridici.
La successione mortis causa viene normalmente distinta in base a ciò che viene lasciato in eredità (se si tratta dell'intero patrimonio o parte di esso, destinato a successori definiti eredi, oppure solo beni e/o diritti precisi, destinati a successori chiamati legatari).
Inoltre, il nostro ordinamento prevede 2 forme di successione possibili:
Il testamento non è altro che un documento all'interno del quale una persona vivente indica come dovranno essere ripartiti i suoi beni dopo la sua morte e chi avrà il diritto di riceverli.
Possono essere date indicazioni per tutto ciò che rientra nel suo patrimonio o solo per alcuni beni specifici.
Eredità: legittima.
Oltre alla successione legittima ed a quella testamentaria, in alcuni casi particolari può realizzarsi anche una "successione necessaria".
Questo tipo di successione si verifica quando il defunto, attraverso il testamento o per via di donazioni particolari fatte in vita, ha in qualche modo danneggiato i "legittimari", ovvero coloro che, per legge, hanno diritto in qualunque caso ad una legittima.
La legittima – detta anche "quota di legittima" - è una parte dei beni del defunto che deve essere sempre destinata ai parenti più stretti del defunto, ovvero a coniuge, figli, ascendenti.
Se la persona scomparsa ha previsto nel testamento delle quote di eredità per i legittimari inferiori a quelle stabilite dalla legge (o se queste quote risultano basse a causa di donazioni del defunto) si interviene con una successione necessaria, ovvero si fa in modo che queste persone ricevano ugualmente ciò che spetta loro di diritto.
Rinuncia dell'eredità.
Oltre ad accettarla, la legge offre ai successori anche la possibilità di rinunciare alla stessa, attraverso un atto scritto.
Per quanto possa sembrare apparentemente strano, in realtà la rinuncia non è un fenomeno atipico: può verificarsi, infatti, in casi particolari, per esempio quando il defunto ha lasciato ai suoi eredi anche debiti non saldati.
La rinuncia per legge può solo avvenire in modo totale: non è possibile per un successore scegliere di accettare una parte di quel lascito (per esempio solo crediti, beni materiali, somme di denaro ecc.) e rinunciare al resto (per esempio ai debiti).
Dal momento che successione, eredità, testamento sono tutti argomenti in realtà particolarmente delicati per via dei quali spesso sorgono conflitti anche di un certo peso all'interno delle famiglie, di seguito ne analizziamo in modo dettagliato le caratteristiche e le fasi più importanti: