La Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria – CIGS – può essere richiesta quando le condizioni in cui versa l'azienda e per via delle quali l'imprenditore ha deciso di adottare riduzione di orario o sospensione delle attività dipendono da situazioni speciali e particolarmente gravi: l'azienda deve trovarsi a vivere difficoltà tali da rendere difficile – se non proprio impossibile – credere che un giorno tutto possa tornare alla normalità.
La CIGS ha subito recentemente un aggiornamento attraverso un decreto attuativo del Jobs Act – l'ultima riforma del lavoro ancora in corso d'opera in Italia - approvato nei primi giorni di Settembre 2015.
La prima, importante modifica riguarda proprio i casi specifici in cui è possibile ottenere l'autorizzazione al trattamento.
Fino ad ora, erano stati previsti 3 casi:
Con il nuovo decreto, invece, i nuovi casi per i quali è possibile richiedere la CIGS sono:
Inoltre, fino ad ora avevano accesso alla CIGS solo operai, impiegati e quadri che avevano maturato un minimo di 90 giorni (3 mesi) di anzianità di servizio, mentre erano esclusi dirigenti, lavoratori a domicilio ed apprendisti.
Con il nuovo decreto, invece, gli apprendisti avranno la possibilità di ricevere il trattamento se sono stati assunti con un contratto di apprendistato professionalizzante.
Calcolo Cassa Integrazione Straordinaria.
Il trattamento che riceve il lavoratore con la CIGS consiste in una somma di denaro elargita dall'Inps per quelle ore in cui, a causa della sospensione o della riduzione dell'orario, è stato costretto a restare inattivo.
Nello specifico, l'Inps paga al lavoratore l'80% di ciò che avrebbe normalmente percepito per quelle ore sospese.
Cassa Integrazione Straordinaria: rotazione.
Nel momento in cui un imprenditore decide di far richiesta di CIGS, deve scegliere quali dipendenti verranno coinvolti e soprattutto stabilire una vera e propria rotazione: i lavoratori subiranno sospensione dell'attività o riduzione dell'orario alternandosi tra loro.
Normalmente vengono coinvolti dipendenti che operano presso la stessa unità produttiva e svolgono mansioni uguali o equivalenti.
Se per motivi tecnico-amministrativi l'imprenditore non vuole avviare alcuna rotazione, deve comunicarlo al Ministero del Lavoro all'interno della domanda di autorizzazione, spiegando il perché.
Se le sue ragioni non vengono considerate valide, è il Ministero stesso a indicare - tramite decreto - una rotazione da adottare obbligatoriamente.
Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria: procedura.
Per arrivare ad ottenere l'autorizzazione alla CIGS, però, oltre a scegliere i dipendenti coinvolti e stabilire una rotazione, l'imprenditore deve seguire anche una precisa procedura.
Il primo passo è coinvolgere le rappresentanze sindacali aziendali (o, in loro assenza, quelle provinciali più importanti), comunicando loro le sue intenzioni.
Normalmente il datore deve riferire ai sindacati anche quali criteri ha adottato nella scelta dei dipendenti nonché come verrà eseguita la rotazione. Il nuovo decreto, però, ha previsto la scomparsa dell'obbligo di comunicazione dei criteri di scelta: ciò che conta è che siano comunque coerenti con i motivi per i quali si vuol richiedere l'autorizzazione alla CIGS e che vengano rispettati nella scelta i principi di correttezza e buona fede (dunque non ci siano state discriminazioni di sorta).
Entro 3 giorni dalla comunicazione, imprenditore o sindacati devono presentare una domanda di esame congiunto all'Ufficio competente della Regione in cui opera l'azienda oppure – se l'impresa ha varie unità produttive in Italia – direttamente al Ministero del Lavoro.
Durante l'esame congiunto verrà analizzato il programma che l'imprenditore intende seguire e si discuterà su durata della riduzione di orario o della sospensione, lavoratori coinvolti, criteri adottati nello sceglierli, modalità di rotazione, ecc.
Questa fase deve rispettare un preciso limite di tempo, che varia in base al tipo di azienda: se ha più di 50 dipendenti, tutto deve terminare entro 25 giorni calcolati dal momento in cui è stata presentata la richiesta di esame congiunto; se ne ha meno di 50, entro massimo 10 giorni.
A questo punto dovrà essere presentata una domanda di ammissione alla CIGS al Ministero del Lavoro, entro e non oltre 25 giorni dalla fine del periodo di paga in cui è iniziata la riduzione o la sospensione.
La CIGS viene concessa dal Ministero attraverso un decreto, pubblicato su Gazzetta Ufficiale. Dopo la pubblicazione, l'imprenditore avrà a disposizione ulteriori 25 giorni per presentare domanda di ammissione anche all'Inps.
Il nuovo decreto ha introdotto un'ulteriore novità: nell'immediato futuro la CIGS partirà 30 giorni dopo la domanda per tutte le richieste inoltrate a partire dal 1 Novembre 2015.
Cassa Integrazione Straordinaria: durata.
La durata della CIGS normalmente non può superare i 36 mesi nell'arco di 5 anni per ogni unità produttiva, a prescindere dalle cause che hanno portato a richiederla. Nel conteggio viene fatto rientrare anche il periodo di CIGO di cui può aver già usufruito l'impresa.
In base al decreto approvato a settembre, però, la durata della Cassa Integrazione subirà una grossa modifica nei prossimi mesi.
È stata, infatti, prevista una durata massima complessiva tra CIGO e CIGS che non potrà superare i 24 mesi in 5 anni. Sarà possibile arrivare ai 36 mesi solo nel caso in cui l'impresa decida di adottare anche i contratti di solidarietà.
Solo il settore edile dovrà rispettare come limite i 30 mesi totali tra CIGO e CIGS, dal momento che in esso non si utilizzano contratti di solidarietà.
Cassa Integrazione Straordinaria e maternità.
Se una donna lavoratrice si ritrova ad essere in stato interessante mentre è sottoposta a regime di Cassa Integrazione, la normativa prevalente che le viene applicata è proprio quella che riguarda la maternità.
Il trattamento che riceverà sarà quello previsto per l'astensione obbligatoria dal lavoro in caso di gravidanza e non quello di cassa integrazione, in quanto il primo prevale sul secondo.
La stessa cosa accade quando il dipendente in cassa integrazione decide di sposarsi. Grazie al congedo matrimoniale, infatti, non resta sottoposto al regime di cassa, ma ha diritto alla piena retribuzione versata dal datore di lavoro.