La Cassa Integrazione Guadagni – CIG – è un ammortizzatore sociale, cioè uno strumento attraverso il quale viene offerto in Italia un aiuto concreto a coloro che stanno attraversando un momento di difficoltà dal punto di vista lavorativo ed economico.
Nello specifico, la cassa garantisce ai lavoratori la possibilità di usufruire di un'entrata in denaro anche quando subiscono una riduzione dell'orario di lavoro o l'attività viene proprio del tutto sospesa. Si tratta, infatti, di una somma che l'Inps versa loro in queste situazioni, corrispondente ad una percentuale di ciò che normalmente dovrebbero percepire per quelle ore di lavoro mancate.
La Cassa Integrazione non tutela solo i lavoratori, ma, per certi aspetti, anche l'impresa stessa.
Per comprendere bene come funziona, facciamo un esempio.
Un'azienda che produce conserve alimentari non riceve più ordini da parte dei suoi clienti da alcuni mesi. Continuando l'attività come se nulla fosse, subisce numerosi danni: da un lato, infatti, ha il magazzino pieno d'invenduto; dall'altro continua a sostenere comunque delle spese, in quanto deve pagare ugualmente lo stipendio ai suoi dipendenti.
In questa situazione, il titolare dell'impresa potrebbe decidere di licenziare qualcuno per limitare i costi.
Proprio per evitare questa soluzione estrema, il nostro ordinamento ha previsto la possibilità di ricorrere ad un'alternativa: ridurre le attività temporaneamente (per esempio non più 8 ore al giorno, bensì 4) e chiedere l'autorizzazione alla Cassa Integrazione.
Con la Cig l'impresa viene sollevata da alcune spese per un certo periodo di tempo e contemporaneamente i rapporti di lavoro non vengono interrotti: concretamente, grazie al regime di Cassa Integrazione, il titolare dell'azienda di conserve deve pagare ai suoi dipendenti solo lo stipendio delle ore di attività effettivamente svolte (quindi solo di 4 ore al giorno), mentre i lavoratori – oltre a mantenere il posto e ricevere ancora una busta paga – si vedono retribuite anche le ore di inattività (le restanti 4) attraverso la percentuale versata dall'Inps.
Una volta terminato il periodo di Cassa Integrazione, se le condizioni lo permettono (quindi se l'azienda è riuscita in qualche modo a rimettersi in sesto), tutto torna alla normalità.
La CIG assume due forme differenti a seconda delle cause che portano una realtà aziendale a decidere di farne richiesta. Si parla, infatti, di una Cassa Integrazione Ordinaria ed una Cassa Integrazione Straordinaria, simili nella sostanza (entrambe sono integrazioni salariali elargite dall'INPS) ma differenti per via delle ragioni alla base della loro attivazione, dei lavoratori coinvolti, anche della loro rispettiva durata.
Prima di analizzare nel dettaglio queste due forme di Cassa Integrazione, però, è bene precisare che la disciplina che ne regolamenta autorizzazione ed utilizzo ha subito nel corso del tempo numerose modifiche.
L'aggiornamento più recente risale ai primi giorni di settembre 2015 ed è nato dall'approvazione di un decreto attuativo del Jobs Act, l'ultima riforma del lavoro avviata in Italia e tuttora in corso.
Il decreto prevede varie novità per la Cig, sia nella forma ordinaria che in quella straordinaria, e annuncia la futura scomparsa di alcuni tipi di cassa integrazione fino ad ora utilizzati in Italia.
In modo particolare, nei prossimi anni verrano meno:
Altre modifiche previste dal decreto non saranno valide nell'immediato, ma solo nel corso del tempo. Inoltre, per le CIG autorizzate prima della sua definitiva entrata in vigore, verranno applicate ancora le norme seguite fino ad oggi.
Di seguito vediamo, dunque, nel dettaglio come funzionano attualmente le due forme che è possibile autorizzare in Italia e quali futuri cambiamenti sono stati previsti dal decreto attuativo: