L'Assicurazione Sociale Per l'Impiego ASPI è un ammortizzatore sociale, cioè fa parte di quegli strumenti speciali attraverso i quali in Italia si cerca di offrire un sostegno a chi vive la realtà della disoccupazione involontaria erogando veri e propri contributi economici.
Si parla di disoccupazione involontaria non a caso: nonostante nel linguaggio quotidiano siamo soliti indicare con "disoccupati" tutti coloro che non hanno un lavoro, in realtà tra "disoccupazione" e "inoccupazione" c'è una differenza sostanziale, dalla quale dipendono gli stessi ammortizzatori sociali. Mentre l'inoccupato è colui che non ha un lavoro e non ne ha mai avuto uno, il disoccupato, invece, è chi ha perso il proprio lavoro non per suo volere. Gli ammortizzatori sociali, dunque, si rivolgono proprio a questa seconda categoria di persone in difficoltà.
L'Aspi ha rappresentato per qualche anno una novità nel campo degli ammortizzatori sociali previsti dal nostro ordinamento: fu ideata, infatti, dalla Riforma Fornero del 2012 ed entrò in vigore il 1 Gennaio 2013.
Attualmente, però, è possibile parlarne solo al passato in quanto, a partire da Maggio 2015, l'Aspi è stata di fatto sostituita con la Naspi, la Nuova Assicurazione Sociale Per l'Impiego voluta dal Governo Renzi ed inserita nel generale riordino degli ammortizzatori sociali del Jobs Act (la riforma del lavoro avviata con la Legge n. 183 del 10 Dicembre 2014).
Quindi tutti coloro che hanno perso o perderanno il lavoro dal 1 Maggio 2015 dovranno ora fare riferimento esclusivamente alla Naspi.
Aspi Fornero.
Scopo della nascita dell'Aspi fu quello di sostituire con un unico ammortizzatore le indennità che venivano offerte in passato.
Fino al 2013 l'ammortizzatore che più aveva garantito sostegno economico ai disoccupati era stato l'Assicurazione generale obbligatoria contro la disoccupazione, istituita presso l'INPS nel primo ventennio del 1900 e destinata a tutti coloro che avevano subito un licenziamento individuale. Nello specifico, tutti i lavoratori subordinati di qualunque età e qualifica professionale – tranne gli apprendisti – avevano diritto con questa assicurazione ad una indennità ordinaria di disoccupazione non agricola; precari, lavoratori stagionali, lavoratori occasionali avevano accesso ad una indennità ordinaria di disoccupazione ridotta.
Una volta entrata in vigore, l'Aspi sostituì del tutto l'indennità di disoccupazione ordinaria, presentando nuove caratteristiche e nuovi requisiti di accesso.
Aspi: requisiti.
Per ottenere l'Aspi nel 2013 erano necessari specifici requisiti.
Prima di tutto, la persona che voleva inoltrare richiesta per questa indennità doveva dimostrare di essere sul serio disoccupata, quindi possedere uno status di disoccupazione ufficialmente riconosciuto. Il primo passo, dunque, era presentare al Centro per l'Impiego un documento sul quale dichiarare di aver concluso un rapporto di lavoro e di essere immediatamente disponibili a svolgere un'altra attività lavorativa.
Inoltre, il disoccupato doveva essere assicurato presso l'INPS da almeno 2 anni ed aver versato almeno 1 anno di contributi nei 2 anni precedenti il momento in cui aveva perso il lavoro.
Il contributo Aspi era pari ad una somma che corrispondeva al 75% della retribuzione mensile percepita quando si lavorava; un ulteriore 25%, poi, veniva aggiunto se quella retribuzione era stata superiore alle 1.195 €.
Il contributo veniva, poi, ridotto del 15% dopo i primi 6 mesi e di un ulteriore 15% dopo 12 mesi.
Aspi: durata.
La durata dell'Aspi era strettamente collegata all'età della persona che la richiedeva. Era, infatti, previsto che fosse erogata per 10 mesi ai disoccupati che avevano meno di 50 anni, 12 mesi a coloro che avevano un'età compresa tra i 50 ed i 55 anni, 16 mesi a tutti gli altri (quindi ai disoccupati più anziani).
Mini Aspi.
Dal momento che per ottenere l'Aspi erano necessari requisiti relativi ai contributi che non tutti potevano vantare, rischiavano di essere esclusi del tutto i cosiddetti lavoratori atipici, come coloro che avevano eseguito attività in somministrazione, gli apprendisti, i part-time.
Per aiutare anche questi disoccupati, si pensò allora di creare la Mini Aspi, ovvero una versione dell'Aspi ridotta per la quale venivano richiesti requisiti più bassi: bastava, infatti, aver versato almeno 13 settimane di contributi negli ultimi 12 mesi per poterla ottenere.
La Mini Aspi aveva una durata inferiore dell'Aspi: poteva essere erogata per un numero di settimane pari alla metà di quelle di contribuzione dell'ultimo anno. Quindi di solito non superava i 6 mesi.
Il contributo percepito con la Mini Aspi era, però, uguale a quello previsto dall'Aspi.
Assicurazione Sociale Per l'Impiego: INPS.
Per poter accedere all'Aspi era necessario presentare un'apposita domanda all'Inps entro termini precisi: non bisognava, infatti, andare oltre i 2 mesi calcolati partendo dall'ottavo giorno successivo alla perdita del lavoro. Chi non rispettava questi termini, perdeva il diritto di usufruire dell'indennità.