Il brevetto è un documento rilasciato dallo Stato grazie al quale chiunque dia vita ad un'invenzione può assicurarsi il monopolio sulla stessa per un certo periodo di tempo e all'interno di un preciso territorio (per esempio in Italia).
Grazie a questo attestato, infatti, l'inventore assume importanti diritti, partendo da quello di essere riconosciuto ufficialmente "padre" della creazione fino ad arrivare alla possibilità di sfruttarla economicamente, dunque produrla, utilizzarla, metterla in commercio, trarne guadagni. Attraverso questa procedura, quindi, si protegge la creazione, in quanto viene impedito che altre persone possano sfruttarla senza autorizzazione.
È bene precisare che non sempre il brevetto viene richiesto ed ottenuto dall'inventore stesso. In ambito lavorativo, per esempio, nella maggior parte dei casi questa possibilità è prevista per il datore di lavoro anche se l'invenzione è opera di un dipendente, al quale, invece, spetta il diritto di esserne riconosciuto creatore. Questa situazione si verifica soprattutto quando oggetto del rapporto di lavoro è proprio un'attività creativa, dunque quando il lavoratore è stato assunto e viene retribuito proprio per dar vita ad invenzioni o simili.
Depositare un brevetto. Il primo passo di questa procedura consiste nel depositare un'apposita domanda di registrazione. In Italia questa domanda deve essere inoltrata alle Camere di Commercio, che provvedono successivamente a trasmetterla all'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM).
L'Ufficio Brevetti è un organismo statale che fa capo al Ministero dello Sviluppo Economico. Si occupa prevalentemente di controllare la regolarità delle domande, valutare i casi e decidere se rigettare o concedere brevetti.
Presso questo ufficio giungono anche domande di concessione per brevetti esteri (europeo e/o internazionale) nonché richieste di registrazione per marchi, disegni e modelli industriali, ecc.
Il brevetto può essere rilasciato per 3 categorie principali di creazioni:
Prima di inoltrare la domanda di deposito è bene analizzare la creazione per la quale si vuole ottenere il brevetto, al fine di verificare che abbia tutti i requisiti richiesti dalla legge: invenzioni industriali, modelli di utilità e varietà vegetali, infatti, devono essere obbligatoriamente nuovi (mai visti/utilizzati/descritti prima), originali (sempre frutto della creatività di qualcuno, non semplicemente della fusione di conoscenze o tecniche già esistenti), lecite (non contrarie a buon costume ed ordine pubblico), idonee all'uso industriale (devono poter essere prodotte ed utilizzate nell'industria).
L'oggetto per il quale si vuol richiedere il brevetto deve essere, poi, descritto in maniera tale da rendere evidente la presenza di questi requisiti, dunque in modo dettagliato, allegando anche relativi disegni che lo riguardano.
Brevetto: durata. La durata varia in base al tipo di creazione per la quale è stato richiesto: per le invenzioni industriali, infatti, offre tutela per 20 anni; in caso di modelli di utilità, invece, scade dopo 10 anni.
Il brevetto può essere comunque dichiarato nullo in qualunque momento per varie ragioni: per mancato pagamento delle tasse annuali di mantenimento dello stesso, per violazione di legge (per esempio si scopre che, in realtà, l'invenzione era già stata creata da un'altra persona ed utilizzata precedentemente in un paese sperduto), per mancato utilizzo della creazione a 2 anni dal deposito.
Inoltre, chi ha ottenuto il rilascio del brevetto può anche decidere di rinunciare allo stesso, ad esempio se non ha ottenuto alcun vantaggio da quell'invenzione oppure se, per via di nuove evoluzioni tecnologiche o nuove scoperte, è diventata ormai inutile.
Una volta libera dal brevetto, una creazione può essere prodotta, utilizzata e commercializzata da chiunque.
Brevetto: costo. Il costo non è fisso, bensì dipende da molteplici elementi, primo tra tutti il tipo di creazione in oggetto (se invenzione industriale o modello di utilità).
La somma viene calcolata tenendo conto di costi come quello di deposito e quello per mantenere in vita il brevetto dopo un certo numero di anni, ma dipende anche dalla "forma" della domanda inoltrata: le richieste telematiche, infatti, generalmente hanno un prezzo inferiore rispetto a quelle cartacee, per le quali si tiene conto anche del numero di pagine utilizzate tra descrizione e disegni dell'invenzione.
Infine, ulteriori tasse dovute per il brevetto dipendono dal territorio per il quale viene richiesto: i brevetti esteri, infatti, normalmente hanno prezzi più elevati.
Il brevetto europeo è una delle forme di brevetto estero che è possibile depositare al fine di ottenere una protezione della propria creazione più ampia, che non riguardi solo il territorio nazionale ma abbracci anche tutti gli Stati membri della Comunità Europea (o, addirittura, quelli internazionali in caso di brevetto internazionale).
Questa possibilità è stata prevista proprio per via della natura stessa di un brevetto: come anticipato, la sua protezione ha validità solo nel territorio per il quale viene rilasciato. Ciò significa che se depositiamo un brevetto italiano, nessuno potrà sfruttare la nostra creazione (produrla, usarla, metterla in commercio) senza il nostro consenso in Italia, ma qualcuno potrebbe tranquillamente farlo per esempio in Germania. Depositando invece a livello europeo (oppure internazionale), abbiamo monopolio esclusivo sulla nostra invenzione anche oltre i confini nazionali.
La domanda per il brevetto europeo deve raggiungere l'EPO – European Patent Office -, ovvero l'Ufficio Brevetti Europeo.
Se redatta in Italia, basta semplicemente inoltrarla alla Camera di Commercio di Roma, la quale provvederà a trasmetterla all'UIBM che, a sua volta, si preoccuperà di farla arrivare all'Epo.