L'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi è una procedura concorsuale pensata dal nostro ordinamento come alternativa al fallimento per quelle realtà di grosse dimensioni la cui chiusura potrebbe provocare serie ripercussioni anche nella società in cui viviamo, con conseguenze di tipo economico, sociale, occupazionale.
Questo tipo di procedura segue uno scopo preciso: offrire alle grandi imprese in difficoltà la possibilità di rimettersi in sesto, di risolvere la situazione e quindi evitare il fallimento vero e proprio.
Amministrazione straordinaria: legge Prodi.
La Legge Prodi del 1979 n.95 - successivamente modificata con il D.L. 270/1999 conosciuto come Legge Prodi-bis - ha dato vita a questa nuova procedura indicando come possano essere ammesse alla stessa solo imprese dotate di specifiche caratteristiche. In modo particolare l'amministrazione straordinaria può essere attivata se l'impresa:
Lo stato d'insolvenza è il requisito fondamentale per essere ammessi alla procedura di amministrazione straordinaria: l'impresa deve essere insolvente, cioè trovarsi in una condizione tale da non riuscire a saldare in modo regolare tutti i debiti che ha contratto.
Oltre a questo stato, è necessario anche che vi sia una concreta possibilità di risolvere la crisi, ripristinando l'equilibrio economico dell'impresa proprio grazie a questo procedimento.
L'amministrazione straordinaria delle grandi imprese insolventi, inoltre, può prendere il via solo dopo una fase preliminare – fase di osservazione – durante la quale si verifica se lo stato d'insolvenza sia effettivamente esistente. Questa fase comincia con un ricorso che l'imprenditore stesso, un creditore (o anche più) oppure il pubblico ministero indirizzano al Tribunale del luogo in cui si trova l'impresa per denunciare in un certo senso quella condizione di insolvenza.
Il Tribunale analizza il caso convocando l'autore del ricorso, l'imprenditore dell'azienda in crisi ed il Ministro delle Attività Produttive: se viene confermata la situazione di crisi, attraverso una sentenza dichiara lo stato d'insolvenza dell'impresa e nomina subito un giudice delegato e fino a 3 commissari giudiziali.
Ordina, poi, all'imprenditore di consegnare in cancelleria entro 2 giorni tutte le scritture contabili e stabilisce luogo, data ed ora per l'adunanza dei creditori, durante la quale dovrà essere analizzato lo stato passivo dell'impresa davanti al giudice delegato.
Il commissario giudiziale in questa prima fase ha un compito molto importante: deve verificare se è possibile riuscire a salvare l'impresa. Entro 30 giorni dalla dichiarazione dello stato d'insolvenza, deve consegnare una relazione nella quale riportare sia le cause che hanno provocato la crisi, sia il suo parere riguardo l'effettiva possibilità di recuperare quella realtà ristabilendo il suo equilibrio economico. Questo recupero deve poter essere realizzato grazie ad una di queste alternative:
Se risulta possibile seguire una di queste vie, il Tribunale dichiara aperta la procedura di amministrazione straordinaria; in caso contrario, dichiara il fallimento dell'impresa.
Una volta aperta la procedura, le attività dell'impresa continuano sotto la gestione temporanea del commissario giudiziale.
Viene poi nominato (da parte del Ministro delle Attività Produttive) un commissario straordinario, il quale avrà il compito di gestire l'impresa ed amministrarne i beni scegliendo uno dei 2 programmi possibili e cercando di attuarlo sotto il controllo di un comitato di sorveglianza.
L'amministrazione straordinaria può anche essere convertita in procedura fallimentare in alcuni casi, in modo particolare:
Il Decreto Marzano del 2003 (D.L. 347/2003), chiamato anche Decreto Parmalat in quanto nato a seguito del famoso crac Parmalat, ha introdotto una nuova forma di amministrazione straordinaria, successivamente modificata dal D.L. 134/2008 conosciuto con il nome di Decreto Alitalia.
Si tratta di una procedura definita "speciale" in quanto più rapida rispetto al procedimento ordinario e soprattutto destinata unicamente a imprese di dimensioni consistenti. Le realtà per le quali può essere attivata, infatti, devono avere alle proprie dipendenze non meno di 500 lavoratori da almeno un anno e debiti per un ammontare non inferiore ai trecento milioni di euro.
La procedura di amministrazione speciale può essere richiesta soltanto dall'imprenditore stesso: il Ministro delle attività produttive, valutato il caso e l'esistenza dei requisiti richiesti, ammette l'impresa all'amministrazione straordinaria speciale attraverso un decreto e nomina un commissario straordinario. Se si tratta di una realtà che opera nel settore del servizio pubblico, in base al Decreto Alitalia l'ammissione alla procedura e la nomina del commissario sono affidate al Presidente del Consiglio oppure al Ministro dello Sviluppo Economico.
Il procedimento speciale risulta più rapido in quanto con esso la fase di accertamento dello stato d'insolvenza avviene in un secondo momento: il Tribunale, infatti, deve verificare che l'impresa sia effettivamente insolvente entro 15 giorni dall'ammissione alla procedura di amministrazione.