Il piccolo imprenditore è la persona che, per la nostra legge, gestisce un'attività imprenditoriale di modeste dimensioni, in cui il lavoro è prevalentemente svolto da lui e dai membri della sua famiglia e per la quale non ha investito capitali troppo elevati.
Se il titolare di un'impresa ha investito parecchio oppure si serve di strumenti molto costosi, anche se lavora da solo, non può essere considerato "piccolo imprenditore". È questo, ad esempio, il caso dei gioiellieri.
Il piccolo imprenditore è in genere esonerato dalle scritture contabili Le scritture contabili sono l'insieme di documenti e registri che riguardano la situazione economica dell'impresa, il risultato delle attività svolte, la corrispondenza commerciale (fatture, lettere, ecc.) ed altre informazioni utili per controllare l'andamento della sua gestione. e, nel caso in cui si mostri inadempiente (cioè non saldi i suoi debiti), non può essere dichiarato "fallito", cioè non subisce la procedura fallimentare La Procedura fallimentare è un processo speciale destinato solo ad imprenditori e società commerciali. A differenza di un processo ordinario - dove partecipano solo i creditori che lo hanno iniziato e quelli che ne sono venuti a conoscenza - durante la procedura si cerca di contattare tutti i creditori della persona fallita, in modo tale da permettere loro di partecipare alla liquidazione del suo patrimonio. come un imprenditore normale.
È comunque obbligato ad iscriversi in una sezione speciale del Registro delle Imprese, cioè di quel pubblico registro grazie al quale è possibile trovare informazioni su tutto ciò che riguarda un'impresa.
Il Codice Civile indica quali sono le figure professionali che possono essere considerate "piccoli imprenditori".
In modo particolare, si parla di piccoli commercianti, coltivatori diretti ed artigiani, nonché di tutti coloro che esercitano un'attività professionale organizzata attraverso il lavoro proprio e dei componenti della propria famiglia.
Il piccolo imprenditore commerciale è di solito il piccolo commerciante, cioè colui che ha aperto la sua attività senza investire capitali troppi corposi e che, per portarla avanti, si fa aiutare dai suoi stessi parenti stretti.
Il piccolo imprenditore agricolo è il coltivatore diretto del fondo, cioè colui che si preoccupa di svolgere varie attività agricole sul suo terreno (coltivarlo oppure destinarlo all'allevamento di animali, ecc.) avvalendosi della collaborazione dei membri della sua famiglia.
L'imprenditore artigiano è, invece, la figura più tipica di piccolo imprenditore e deve rispettare una specifica disciplina, ovvero la "Legge Speciale sull'Artigianato".
In base a questa legge, è considerato piccolo imprenditore artigiano la persona che esercita personalmente, professionalmente e in qualità di titolare un'impresa artigiana, assumendo tutte le responsabilità ed i rischi collegati a questa attività ed occupandosene in prima persona oppure tramite la collaborazione dei suoi familiari.
In realtà un imprenditore artigiano può anche assumere altre persone, ma non deve superare certi limiti imposti dalla legge: non può, infatti, avere più di 18 dipendenti, familiari compresi, se la sua azienda non produce manufatti in serie. Può assumerne più di 9 persone se invece produce in serie e più di 8 se opera nel campo dei servizi di trasporto.
Se questi limiti vengono superati, il lavoro suo e dei membri della sua famiglia non viene più visto come "prevalente" in quell'attività, perciò essa non viene più considerata impresa artigiana.
Inoltre, l'imprenditore artigiano è obbligato ad iscriversi all'Albo Provinciale delle Imprese Artigiane. Grazie a questa iscrizione, ha la possibilità di accedere a varie agevolazioni, sgravi fiscali, finanziamenti.