L'impresa agricola è un'attività che si concentra soprattutto sulla coltivazione di un fondo agricolo (area destinata all'agricoltura), sulla selvicoltura (le operazioni che servono per produrre legname), sull'allevamento di animali ed altre attività collegate a questi settori.
L'imprenditore agricolo è, di conseguenza, una persona che gestisce un'impresa di questo tipo, non il semplice contadino che coltiva il suo pezzo di terra o il bracciante che lavora per conto di qualcuno.
Coltivatore diretto: l'imprenditore agricolo non deve essere confuso con questa figura professionale.
Il coltivatore diretto, infatti, è un lavoratore autonomo che, per la sua attività, può servirsi di manodopera prevalentemente familiare.
Per essere imprenditori agricoli, invece, la propria attività deve produrre - in modo abituale e stabile - prodotti destinati al mercato che possano far almeno recuperare i costi di produzione e deve essere organizzata attraverso l'utilizzo di manodopera "salariata", quindi di dipendenti e collaboratori vari.
Un imprenditore agricolo, inoltre, deve iscriversi in una sezione speciale del Registro delle Imprese, cioè di quel pubblico registro grazie al quale è possibile trovare informazioni su dati e fatti di un'impresa.
La legge prevede una specifica norma per la figura dell'imprenditore agricolo, modificata nel 2001 da un nuovo decreto legislativo grazie al quale sono state specificate quali sono le "attività connesse" (collegate) che bisogna svolgere in questo settore. Tra queste, rientrano la valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale nonché le attività "di ricezione ed ospitalità", ovvero le attività agrituristiche.
Oltre all'imprenditore agricolo generale, spesso si sente parlare anche di "IATP" ed "IAP".
In entrambi i casi, si tratta semplicemente di una qualifica riformata nel 2004, grazie alla quale si può accedere anche ad alcune agevolazioni fiscali.
IATP: imprenditore agricolo a titolo principale. È il vecchio tipo di qualifica utilizzato prima del 2004.
IAP: imprenditore agricolo professionale. È il nuovo tipo di qualifica, che può essere richiesta presentando domanda solitamente all'Amministrazione Provinciale del territorio in cui ha sede l'impresa agricola.
Non si ottiene in modo automatico, bensì sono necessari particolari requisti. Si parla soprattutto di "professionalità", "tempo dedicato" e "reddito ricavato".
Professionalità significa che bisogna essere in possesso di competenze professionali, in modo particolare di un titolo di studio nel settore agrario, veterinario o delle scienze naturali. Può trattarsi di una laurea oppure di un titolo ottenuto presso un istituto professionale, purché riguardi appunto uno di quei settori.
Tempo dedicato significa che, per ottenere l'IAP, bisogna dimostrare che all'impresa agricola viene dedicata la maggior parte del proprio tempo di lavoro, pari ad almeno il 50% del totale. Questo tempo viene, inoltre, calcolato sulla base di tabelle regionali, sulle quali sono riportati valori che corrispondono a quanti giorni o anni servono per coltivare determinati prodotti.
Il reddito ricavato, infine, si riferisce appunto a ciò che guadagna un imprenditore agricolo dalla sua impresa. Se vuole ottenere la qualifica, infatti, deve dimostrare che almeno il 50% del suo reddito complessivo deriva proprio dall'attività agricola che svolge.